Fermezza
Impossibile pensare la fermezza ontologica, detta anche, oscenamente, verità, in questo casino.
Impossibile pensare la fermezza ontologica, detta anche, oscenamente, verità, in questo casino.
Car* amic*,
in verità, il futuro non mi preoccupa perché non mi riguarda. La mia vita non è uno sporgermi sulle scommesse, ogni apparente manifestazione, in me, dell’istinto di conservazione conserva solo (?), in realtà, uno stato di grazia originario e eterno.
Car* ***,
non è vero che il tempo ha fatto o farà giustizia, non è questa la sua funzione, ovvero la ragione della sua esistenza e della sua utilità. Il tempo, in verità, è per fare strage: è chiaro, è evidente, è distinto… – Spero solo che adesso tu non voglia identificare le due cose, è un’opzione disperata e ti costerebbe il ruolo penoso del nichilista riluttante.
Producendo e condividendo
suoni, parole, immagini,
si producono anche piccoli
e grandi shock – conviene,
per la verità, ammettere,
vergognosamente, che perciò si fa –
Comunicare, infatti, è fare
almeno male.
(Incipit del prologo.)
Lasciamo perdere, diciamoci
“Addio” qui, su questo ponte,
che pure, come ponte, unisce –
non so, per la verità, che cosa,
esattamente, sia un addio,
ricordo solo degli esempi
a buon mercato, qualche
prassi usuale e, confusa-
mente, dei fotogrammi.
Non è la prima volta, cadere
sembra quasi una necessità –
Nel caso più fortunato, nel caso
più fortunato, nel caso
più fortunato –
Non avevo mai badato all’orlo
dell’aiuola, intendo quella
comunella che sappiamo,
cosa conta la verità?
Una verità per cinque parole.
Prego, una poesia vera?!
No, mi spiace, tu non sai
quello che vuoi. Primo,
perché la verità delle cose
è un’intuizione. Secondo,
perché le cose, e dunque anche
la poesia, sono (chiedo scusa
per l’apparente brutalità) tutto –
una per una, tutto.
Dico la verità: la vita
mi ha saccheggiato – credo,
perché sono un tesoro.
Ricordami chi sono,
raccontami cose che sogno
soltanto, dimmi
la mia verità.