Il poeta anarchico
Il poeta anarchico va bene solo se, come Rimbaud o Eros Alesi, smette a vent’anni.
Il poeta anarchico va bene solo se, come Rimbaud o Eros Alesi, smette a vent’anni.
Mettiamo un sorrisetto
(o un’occhiata
o un’inspirazione), appoggiamo
l’orecchio al cilindro
e misuriamone l’altezza.
Riponiamo e prendiamo adesso
un secchio, cerchiamo, se non il mare,
qualcosa che ci assomigli.
Lasciamo riposare la freschezza
e la fragranza
dietro una maschera di lino.
Disponiamo per grado, tipo, anno,
colore, passione, valore,
congiunzione, thread.
Quando si trattò di stabilire quale fosse al momento la più bella opera di poesia in assoluto nella storia meritevole addirittura di compendiare l’intera storia della poesia la camera di consiglio della giuria internazionale durò dieci anni e produsse un verdetto non aggiornato che premiò sorprendentemente il seguente haiku italiano pescato su un blog:
È mai possibile
che anche l’inverno stenti?
(Gioco, parentesi.)
Car*, salvific* amic*,
tu lo sai come e quanto le feste ci imbarazzino, un daffare che non ti dico a equilibrare pesi, e pesi di ogni tipo, of course. Così, alla vigilia del nuovo anno, ti scrivo da certe montagne, Tibet, Ande, Alpi, forse, boh. Ho estinto il conto, insomma, per comprarmi questo biglietto no-look – e ora sono dove non so.
Auguri, ma per un anno che credo non sia lo stesso mio.
Oggi, 19 dicembre, è la prima volta che penso all’abituale poesia per la fine dell’anno. Il 31 dicembre, infatti, per me (chissà perché), è una delle poche occasioni che ancora reggono la spocchia poetica (contrariamente, cioè, p. es., alle stagioni e ai compleanni).
Car* ***,
scusa se parlo chiaro ma ti chiedo un favore urgente: mi paghi un mensile di 5000 euro (circa), per cinquant’anni, che io sopravviva o meno (più facile la seconda)? Grazie.
Fatta l’ipotesi che alle Elezioni Europee dell’anno prossimo vincano i sovranisti, tocca di immaginarsi che Unione.
Si dice: Non casca il mondo, e uno si chiede invece se non sia già successo – per esempio, negli anni Dieci e Venti e Trenta e Quaranta del secolo scorso.
Se, come dicono i sondaggi, alle elezioni politiche (prima metà, dico io, dell’anno prossimo), vincerà Salvini e magari anche un po’ l’M5S, , be’, allora, si potrà, con qualche ragione, sostenere che l’elettorato italiano è idiota (io infatti dico anche che si può dare dell’idiota a un soggetto collettivo, in base, molto pragmaticamente, alle conseguenze delle sue performance).
Sì, è successo
qualcosa, se si parla
deli ultimi
quattordici miliardi d’anni.